Come vedevamo qualche settimana fa, Gustavo Zagrebelsky propone un Senato eletto dai cittadini con carica di durata superiore a quella dei deputati e con la clausola della non rieleggibilità: vi riscontra la garanzia contro la spesa facile dei deputati, che per ottenere la rielezione non lesinano la spesa clientelare a favore dei loro votanti, da cui ottengono il voto di scambio necessario per la loro rielezione; è quello il vero, temibile costo della politica in Italia, quello che ci impedisce di avviare a soluzione il problema immane del debito pubblico. Premesso che oggi la spesa facile viene anche dai senatori e non soltanto dai deputati, la clausola di non rieleggibilità dovrebbe garantire la non partecipazione dei senatori all’assalto alla diligenza, nonché la loro resistenza a quello dei deputati. Questa cosa mi lascia dubbioso, perché anche in condizioni di non rieleggibilità, certi senatori potrebbero essere diversamente condizionati, e quindi da sola la non rieleggibilità può non bastare. Peraltro, è certamente vero che serve un filtro per le spese clientelari, che sono una pratica intollerabile in uno stato che rende dei servizi scarsi con un carico fiscale alto. È assolutamente ovvio che la riforma approvata dal parlamento e che sarà sottoposta a referendum non cambia in niente la situazione attuale, limitandosi a “colpire” alcuni costi legati agli stipendi dei senatori: costi puramente simbolici rispetto a quelli clientelari, e tale azione presenta un forte carico di demagogia. Mi domando se non si potrebbe intervenire alla radice, lavorando con mano leggera anche sulla rieleggibilità dei deputati, ma ricordando bene che un conto è essere eletti in parlamento, un conto è far parte del governo. Noi siamo purtroppo abituati a vedere le stesse persone sia in parlamento, sia al governo, ma non è affatto detto che debba essere così. Per partecipare al governo l’esperienza è fondamentale alla pari della competenza, perché amministrare lo stato è tutt’altro che semplice; la stessa cosa non vale nella stessa misura per i membri del parlamento. C’erano comunque maggiori garanzie quando i partiti tradizionali garantivano un ricambio graduale e con una buona salvaguardia della competenza; peccato che ciò fosse accompagnato dall’inamovibilità di troppi patriarchi.
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