Fermare il Diesel per le auto? Che sciocchezza!
Ma come si fa? Quando è scoppiato lo scaldalo dei motori Volkswagen, il dolo era evidente: c’era un software che modificava la mappatura della centralina per poter rispettare le norme antinquinamento, mentre i limiti, con la mappatura normale, venivano superati. Allora, se uno non è un paracarro, si chiede: perché non usare sempre la mappatura meno inquinante? Risposta, ovvia: perché con quella mappatura si va piano, e invece gli automobilisti vogliono andare forte, avere tanta potenza. Ma si può fare un Diesel che va forte e non inquina eccessivamente? Certo che si può, ma costa, costa molto, mentre invece gli automobilisti vogliono che costi poco, addirittura meno di un motore a benzina. E allora, cosa si fa: si cambiano i motori, o si cambiano gli automobilisti? L’intervento immediato e temporaneo sarebbe quello di incoraggiare l’uso del Diesel nei suoi impieghi canonici, a bassa potenza specifica, e di scoraggiarlo negli altri, ma poi, dobbiamo approfondire le ricerche. Si torna sempre lì, con la ricerca asservita al profitto immediato, invece che al miglioramento duraturo. Quando poi ci si accorgerà che il passaggio all’elettrico costa di più e offre minor autonomia, probabilmente si relegherà l’elettrico alle sole city car e ci si pentirà di non aver continuato le ricerche sui motori termici. Le auto elettriche costano il doppio di quelle “normali”, e l’unico componente che costa di più sono le batterie. Ebbene, quando ci saranno da sostituire le batterie, cosa succederà?