Romanzo di Amos Oz
Mah! È un romanzo straordinario, incredibilmente pieno di vita e umanità, ma non mi sembra, come han detto tutti, che l’argomento sia l’amore di Yoel per la moglie e la conoscenza che ne ha, quanto invece la conoscenza di Yoel per se stesso, le proprie ragioni e i propri torti, i propri sensi di colpa e la sua ricerca di un nuovo equilibrio dopo la morte prematura della moglie, alla quale, peraltro, non era molto unito. E lo fa continuando a pescare nel bagaglio del proprio essere stato uomo del Mossad, le sue esperienze e il suo addestramento, ma assai di più la sua sensibilità ai pretesti e alle menzogne. Secondo me, è un bellissimo personaggio, splendidamente disegnato da uno scrittore tra i più grandi. Questo personaggio è umanamente limitato: è capace di accettare la crescita di sua figlia e di mediare sui capricci della madre e della suocera, ma non sa opporre resistenza ai desideri della vicina, né ai propri, ma con un vero interesse solo per il corpo di una donna e non per la donna nella sua completezza. E così, diventa meno fascinoso, ma tanto più reale. Ci sono anche due immagini reali e contrapposte di Israele? Sì, ci sono, ma non mi sono sembrate, neppure per un momento, il cuore del racconto.
Un’idea straordinaria: “Era sua ferma convinzione che al mondo ci fosse una sola cosa peggiore dell’uso della violenza, ed era il piegarsi alla violenza”. Difficile da mettere in atto, ma indubbiamente importante e affascinante.
