Jojo Rabbit

Film di Taika Waititi

È una gradevole commedia in cui un bambino di 10 anni, Johannes, detto Jojo, con difficoltà nelle relazioni con i suoi coetanei, ha scelto, come amico immaginario il fuhrer Adolf Hitler. Ne viene fuori una storia surreale nell’impostazione, ma terribilmente reale in altri aspetti, come l’indottrinamento della gioventù hitleriana e la crudeltà dei ragazzi nei confronti dei loro coetanei più deboli. Si mettono quindi insieme i problemi dell’adolescenza con le ironie sul nazismo in un film ambientato in Germania verso la fine della 2WW, ma si torna nel surreale quando, durante il crollo finale del nazismo, Jojo incontra il suo migliore amico e quando lui commenta: “Niente sembra avere senso”, l’altro gli risponde: “Penso che non sia un buon momento per essere un Nazi”. Senza soffermarsi troppo sui dettagli, come la scoperta di cosa sono gli ebrei al di là della propaganda e della blanda attività resistenziale della mamma di Jojo, la maturazione del ragazzo si estrinseca nella nascita e crescita dei dubbi sulla veridicità degli insegnamenti che riceve dal nazismo.

Sono belle la sceneggiatura e la regia, e notevole il cast, tanto nei personaggi positivi, quanto in quelli negativi. Il nazismo ne esce come un’idea fondamentalmente idiota, come dire che se si può salvare qualcosa della brutalità, niente può salvarsi della stupidità.

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