Romanzo di Paolo Nori
“Che dispiacere” è la testata di un giornale pubblicato per iniziativa di Iris Toranti, Ivan Piri e altri sette menagrami con nomi di fantasia ogni volta che la Juventus viene sconfitta. Un dispiacere che non è un dispiacere, ma che costringe a lavorare anche quando avresti di meglio da fare, ma bisogna far uscire il giornale per non deludere quelli, e non son pochi, che godono delle sconfitte dei bianconeri.
Poi, accade che un ultrà juventino cerca di entrare in contatto con il direttore di “Che dispiacere”: un pubblicista di poco cervello prima afferma di conoscere Ivan Piri, poi, si spaccia per lui. Finisce in tragedia, e due poliziotti malaccorti incominciano a recitare la loro commedia degli equivoci che si concluderà con un chiarimento che non vorrebbe essere una confessione, ma che lo diventa.
È un romanzetto godibile, non all’altezza di altri di Paolo Nori, con una prosa meno frammentata del solito, secondo una evoluzione che vede la prosa del nostro evolversi verso parametri più semplici.