Della gentilezza e del coraggio

Saggio di Gianrico Carofiglio

Breviario di politica e altre cose, dice il sottotitolo, e subito precisa che breviario vuol dire “compendio, estratto, sommario, riassunto, elenco di regole”. In questo, il libro è sincero, dice le cose come stanno, anche se sono cose semplici, quasi ovvie, ma con un merito: quello di essere estremamente chiaro e di fornire valida documentazione per tutto quello che dice, non solo quando si riferisce alla storia, ma anche parlando dell’attualità. Il limite può essere quello di un rapido invecchiamento di questo testo, che, cambiando l’attualità, perderà parte del suo valore. Motivo in più per leggerlo subito.

È di grande interesse l’elenco delle fallacie, che spesso non sono nient’altro che modi di cambiare discorso per evitare di affrontare argomenti scomodi. Dice che le fallacie vanno smascherate in maniera positiva, senza mettersi in atteggiamento difensivo, e semmai evidenziandone il lato ridicolo. Ma vediamo questo elenco:

  • L’argomento fantoccio, che consiste nel riportare in maniera scorretta la tesi che si vuole contrastare, portandola, per esempio, all’estremo senza che nessuno voglia andare fin lì; 
  • L’argomento post hoc, cum hoc, con cui si cerca di stabilire un legame di causa e effetto laddove non c’è;
  • L’argomento del piano inclinato, non dissimile dall’unione dei due precedenti: si cercano le estreme conseguenze di un discorso assai più circoscritto;
  • L’argomento ad hominem, che conoscevo come ad personam (Guarracino docet), con cui si attacca l’avversario sul piano personale, per cercare di demolirne l’attendibilità senza neppure discutere la sua tesi:
  • Il falso dilemma, con cui si nega l’esistenza di tesi alternative per riportare tutto a “o con me, o contro di me”;
  • L’appello all’autorità, o a una falsa autorità, che consiste nel riportare un’opinione ritenuta autorevole senza indicare su cosa si basa;
  • L’appello alla legge naturale, come foriera di tutto quello che c’è di positivo, ma dalla congruenza tutta da dimostrare, specialmente in un mondo sempre più complesso;
  • L’aneddoto forzato, con cui si vuol dimostrare una tesi mediante un racconto o un esempio privi di attinenza all’argomento;
  • L’argomento del pistolero, più furbo che bravo, con cui si piega la statistica per farle dire quel che non dice.

Poi, ci sono le regole in positivo, a cui attenersi per avere un dibattito serio e costruttivo, e non un inutile elenco di sproloqui come accade nei dibattiti televisivi:

  • La regole dell’obbligo di difesa: chi sostiene una tesi deve dimostrarne la validità;
  • La regola della tesi: non si deve commentare una tesi che non sia stata avanzata;
  • La regola della rilevanza: solo argomenti pertinenti possono essere usati pro o contro una tesi.

Riporta poi alcune tesi o frasi famose e sempre interessanti:

  • L’effetto Dunning-Kruger, per cui le persone più sono incompetenti, e più sono convinte di non esserlo;
  • Il bias di conferma, che consiste nel selezionare le informazioni possedute in modo da evidenziare quelle che confermano le proprie convinzioni e sminuire quelle che le contraddicono, è presente fra le righe: è un atteggiamento tipico dei social network.
  • “La vera conoscenza sta nel conoscere l’estensione della propria ignoranza” (K’ung Fu Tsu);
  • “Il problema di questo mondo è che le persone intelligenti sono piene di dubbi, e i cretini sono pieni di certezze” (Bertrand Russell);
  • “Il banco di prova di una intelligenza superiore è la capacità di sostenere simultaneamente due idee contrapposte senza perder la capacità di funzionare” (Francis Scott Fitzgerald);
  • “Un politico guarda alle prossime elezioni; uno statista guarda alla prossima generazione (Alcide Degasperi, ma James Freeman Clarke prima di lui).

Un’ultima considerazione: i köan, di cui GC parla nel capitolo di coraggio e paure, sono affermazioni apparentemente fuori tema, ma destinate a mettere in crisi i modi ordinari di ragionare e a spostare l’attenzione sulla molteplicità delle risposte possibili anche a problemi apparentemente impossibili. E questo mi fa venire in mente la fisica moderna, che ha rimesso in discussione tutte le verità considerate indiscutibili fino a poco più di cento anni fa.

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