Un governo semitecnico per affrontare la crisi
Sembra un richiamo all’oroscopo cinese, e invece nasce il governo Draghi, che potrebbe anche sembrare una oscena ammucchiata, ma presenta invece anche alcune interessanti novità, e io provo a elencare alcune sensazioni.
- Dejà vu: alla nascita del governo Monti, dieci anni fa, Staino sentenziava “Forse ce la facciamo a morire democristiani”, perché negli anni precedenti avevamo temuto che finisse peggio. Oggi è la stessa cosa, e viene una gran voglia di considerare questo governo il minore dei mali possibili.
- Umiltà: l’importante è che il professor Draghi compia il suo dovere non solo con sobrietà, ma anche con tanta umiltà e che tenga conto che le ricette necessarie oggi potranno diventare d’impaccio domani. Monti non fece così, e il populismo ne uscì rafforzato, con la terribile sequenza Grillo, Renzi, Salvini, Meloni.
- Fiducia: non conosco Daniele Franco e Maria Cristina Messa, ma di un governo con Marta Cartabia e Enrico Giovannini penso di potermi fidare.
- Ambiente: il professor Cingolani rappresenta una novità straordinaria: abbiamo un ministro dell’ambiente che conosce la fisica, uno che sa di cosa sta parlando. Usciremo dai tempi in cui gli ambientalisti cercavano la ciminiera nelle centrali idroelettriche.
- Scelte coraggiose: il fatto che i pentastellati non gradiscano Cingolani dovrebbe inorgoglirlo; forse, finalmente, vedremo proporci delle politiche ambientali realistiche, coerenti e coraggiose, e non vuoti proclami che vogliono solo mettere ostacoli senza proporre niente.
- Il Barca: manca Fabrizio Barca, ed è un gran peccato. Credo che il suo lavoro sulle aree interne avrà sviluppo, ma la sua presenza nella squadra di Draghi mi sarebbe sembrata una buona cosa.
- Durata: quanto potrà durare? Dipende da quanti lo sosterranno con magnanimità. Se i partiti vorranno essere protagonisti, durerà poco, e saremo nelle peste peggio di prima.