Romanzo di Erich Maria Remarque
Otto, Robert e Gottfried sono camerati della Grande Guerra, che sul finire degli anni ’20, in una Germania povera, arrabbiata e caotica, vivono praticamente alla giornata, lavorando in una officina, ma sempre con molti dubbi sulla possibilità di riuscire a riscuotere per i lavori che eseguono. Altri protagonisti sono Patrice, una bella ragazza di cui si innamora Robert, e Karl, che è un’auto da corsa usata come tuttofare. La trama è tragica, ma lineare, e il romanzo è appassionante, pur con qualche parte un po’ ripetitiva. Potrebbe essere considerato una storia d’amore, ma il vero aspetto saliente è la descrizione della vita in Germania in quel periodo. Tra la grande inflazione dei primi anni ’20 e l’avvento del nazismo, con tanti reduci abituati alla violenza della guerra, nel pieno dell’eredità lasciata dal conflitto, trovare e mantenere un posto di lavoro diventava sempre più difficile, e si faceva strada quella disperazione che condusse alla tragedia della guerra mondiale e della Shoah. E poi, c’è la malattia. Il libro è del 1931, gli antibiotici non esistevano ancora, erano incurabili malattie oggi debellate, ed emerge in pieno la disperazione di chi vive quelle condizioni, non solo ieri, anche oggi. Sono cambiate le malattie, ma non gli stati d’animo di chi soffre e di chi gli sta vicino.