Il romanzo della Bibbia

Lettura con musica

Incominciai il liceo nel 1965, e il libro consigliato dall’insegnante di religione fu la Bibbia. Nei cinque anni che seguirono, il Libro e la sua lettura rimasero un’occupazione saltuaria, mentre vennero in evidenza altre cose, dettate dall’attualità di quegli anni frenetici. Anche le mie personali letture si sono soffermate soltanto su alcune parti della Bibbia: Genesi, Esodo, Salmi, Vangelo di Matteo, Apocalisse di Giovanni e poco altro.

Ora, in questo spettacolo, a cui Piera e io abbiamo assistito nella Chiesa di San Francesco, a Lucca, Aldo Cazzullo, Moni Ovadia e la musicista Giovanna Famulari affrontano la Bibbia a seguito del lavoro di Cazzullo Il Dio dei nostri Padri, che parla del Libro come di una “autobiografia di Dio”.

Ma anche lo spettacolo, che pure parla a tutti in modo chiaro e comprensibile e con molti riferimenti alla vita presente, alla storia e all’arte, si sofferma su alcuni aspetti tra i meglio conosciuti del gran Libro: la creazione, la cacciata dall’Eden, Abramo e Isacco, Noè e il diluvio, Giacobbe e Giuseppe, Mosè, i comandamenti, la terra promessa e Giosuè. E poi Giobbe e Tobia, il Cantico dei Cantici e l’Ecclesiaste, le grandi donne della Bibbia, Eva, Sara, Giuditta, Ester, Rebecca e tutte le altre fino a Maria, i messaggi dei profeti sull’avvento di un messia.

Lo spettacolo ha i suoi punti di forza nella bravura di Giovanna Famulari, nella chiarezza di Cazzullo e soprattutto nel fascino che emana Ovadia, che canta con voce profonda testi in yiddish, inglese e italiano; è debole invece nella scelta un po’ scontata delle storie da raccontare, tutte ben note al pubblico presente, numeroso e di età media piuttosto elevata.

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