Montalcino

Gita di fine anno

Non è una novità la nostra gita di fine anno a Montalcino, in Val d’Orcia, ma ogni volta si scopre qualcosa. Vediamo un po’.

Niente da dire sull’albergo: il Giglio è un tre stelle di limitata accessibilità e neanche lussuoso, ma dal servizio inappuntabile.

E poi, c’è Mario, Mario Machetti e sua moglie Anna. Sono un’istituzione a Montalcino, forti di un locale centenario, di una cucina modernissima eppure antica, e di una cantina prestigiosa. Gli ho chiesto della storia dei vini rossi toscani che userebbero prodotti nati fuori, e lui mi ha fatto notare che esistono aziende vinicole che non hanno vigneti, e quindi fanno tutto con uve, mosti e vini comprati. Quelli onesti, si riforniscono nelle zone di cui poi usano l’etichetta; ma poi ci sono anche quelli che onesti non sono.

Il cenone di San Silvestro è stato danneggiato soltanto dal mio raffreddore, che mi faceva percepire gusti non tutti gradevoli. Inappuntabile anche la guardia medica di Montalcino, a cui son dovuto ricorrere.

Abbiamo ormai imparato a conoscere il centro di Montalcino, tanto da poter dire che la chiesa gotica di Sant’Agostino è molto più bella della cattedrale neoclassica di San Salvatore. Ho perso il conto delle enoteche presenti in città. Sono giustificate dall’eccellenza dei prodotti, ma sono tante davvero.

Abbiamo visitato Castiglione d’Orcia, dove non eravamo mai andati. E’ il paese che è stato l’ultima roccaforte della repubblica di Siena, arresosi quando anche Montalcino è caduta nelle mani dei fiorentini. Il paese è molto carino, ma la mattina del primo Gennaio era desolatamente vuoto. Siamo passati da Bagno Vignoni, sempre affascinante, anche se ora troppo affollata.

Siamo rientrati con un guscio di cuscino e una confezione di ricciarelli.

Alla prossima.

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