Fumetto di Carl Barks del 1952
Il fumetto dal titolo originale Donald Duck in a Christmas for Shacktown è uno dei più belli che siano mai usciti dalle officine Disney, anche se a quella data Walt Disney era ormai disinteressato ai fumetti e tutto preso dai lungometraggi. Carl Barks è l’autore delle vignette, dei dialoghi, ed è anche il soggettista.
Non starò a parlare dell’arcinota trama, e neppure dei disegni di questa edizione Panini a tiratura limitata del 2024, e mi dedicherò invece al testo e alla sua traduzione.
Nelle pagine finali di questa edizione si mettono a confronto le diverse traduzioni e colorazioni che si sono succedute; in parte, sono analizzati anche i motivi che le hanno prodotte in queste forme. La ricchezza stessa di questo librone, che riporta l’originale in lingua inglese con il disegno in bianco e nero senza sfumature a fronte di una nuova traduzione con disegni dalla colorazione molto ricca, costituisce un incoraggiamento ad approfondire.
Detto che preferisco il bianco e nero originale a qualunque colorazione successiva per puro gusto estetico, senza alcuna motivazione semantica, tra la lingua originale e le sue traduzioni c’è a mio avviso una differenza fondamentale: mentre le traduzioni sono rese in un italiano libero, ma corretto, l’inglese usato da Barks ha molto della lingua parlata, dello slang d’oltre oceano. Nell’italiano delle diverse traduzioni ci sono neologismi, esclamazioni fumettistiche e nient’altro; la grammatica è rispettata. La lingua di Barks presenta molte parole contratte, abbreviazioni come quelle che ti insegnano alle scuole medie e altre che richiedono attenzione per essere capite. Ne risulta una lingua difficile da tradurre, e si capisce come i vari traduttori che si sono succeduti da 1952 a oggi abbiano preferito ignorare le parole per concentrarsi sul significato delle frasi, e per i lettori di fumetti è certamente meglio così. Sarebbe stato fuorviante cercare di tradurre lo slang con uno dei dialetti della nostra penisola: hanno tutti una ricchezza culturale che lo slang non ha.
Però, sarebbe interessante vedere cosa salterebbe fuori cercando di fare qualcosa di diverso. Provo a dirlo con un esempio:
Originale: Donald being tough
Traduzione del 1952: Ecco Paperino che fa fuoco e fiamme
Traduzione del 1964: E Paperino è addirittura brutale
Traduzione dell’edizione 2024: Paperino fa il duro
La mia: Paperino si atteggia da rude
Tra le traduzioni ufficiali, a mio parere è l’ultima a essere più fedele all’originale, ma il fascino della prima è inarrivabile.
Per fare le cose per bene, ci vorrebbe un lavoro più completo, esteso al testo intero: forse, lo farò. A risentirci.