Romanzo di Graham Greene
Scritto in sei mesi nel 1932, riflette in pieno i caratteri della sua epoca, quando, superata la Grande Guerra, si era già in attesa della guerra mondiale, ritenuta inevitabile. Fu il primo successo commerciale dello scrittore britannico.
Un gruppo di personaggi senza reciproci legami si trovano a viaggiare sull’Orient Express da Ostenda a Istanbul. Emergono il vecchio rivoluzionario serbo, l’ebreo che commercia uva passa, la giovane e amabile ballerina, la giornalista antipatica ed egoista e altri personaggi più marginali. Lo svolgimento è lineare, senza vere sorprese, e le delusioni si susseguono inesorabili.
L’inizio è faticoso, con una prosa prolissa che a tratti sembra quasi inconcludente. Poi, nella seconda metà, il romanzo si sveltisce e diventa più godibile. Sono belle le descrizioni d’ambiente, e sembra quasi che lo scrittore le abbia viste bene tutte, il che pare che non sia vero.
In definitiva, sì o no? Nì.