Buon Medioevo a tutti

Dal saluto di Serra ad altre idee

Oligarchia prossima ventura

Da un po’ di tempo Michele Serra conclude suoi interventi con la frase del titolo, buon medioevo, pensando ai tempi tristi che ci aspettano. Il suo pessimismo è ben giustificato se pensiamo all’oscurantismo che si profila con la presidenza di Donald Trump e al peso delle persone di cui si circonda: Musk ministro della semplificazione, che usa motoseghe molto più grandi e pericolose di quella di Milei; Kennedy ministro della sanità, pronto a dar la colpa agli untori per tutto quello che può accadere; il codazzo di magnati che hanno finanziato la campagna elettorale del Donald, pensando di trarre vantaggio dalla sua presidenza con l’instaurazione di un governo oligarchico e tecnocratico. Sono tutte persone per le quali il profitto assume caratteri di sacralità e la scienza appare come un nemico tutte le volte in cui non vi si accorda in tempi rapidi. Il profitto potrebbe a breve diventare misura di tutte le cose, in netto contrasto con quel che diceva Protagora. Tempi bui ci aspettano, perché appare assai probabile che queste mentalità arrivino a dominare tutto il mondo nei prossimi anni.

Quanti imperi!

Detto dell’impero americano, resta da dire qualcosa su quello russo e quello cinese. La Russia è in anticipo cronologico rispetto agli Stati Uniti, perché il dominio dell’oligarchia è incominciato molti anni prima. Peraltro, è in ritardo sull’efficienza del sistema economico, penalizzando ulteriormente i russi più deboli. L’impero cinese è diverso dagli altri per molti aspetti: la differenza tra la ricchezza e la povertà appare inferiore, e l’operosità maggiore; l’agricoltura e l’industria manifatturiera sono ancora la base del reddito di gran parte dei cinesi, molto più della finanza e delle altre forme di terziario; il controllo dell’economia e del lavoro da parte della politica è superiore e quello del capitale inferiore; non si intravede controllo del capitale sulla politica; l’avvenire è meno prevedibile. Nessun impero ha interesse a uno scontro bellico globale, e questa minaccia appare ora più lontana proprio per la ritrovata sintonia tra gli imperi russo e americano: è una magra consolazione.

Della povertà

Chi ci rimette? Semplice: i popoli e i Paesi più poveri. Dove sono i Paesi più poveri? Prendendo come parametro il prodotto interno lordo pro capite, nel 2022 tra i 20 paesi più poveri ce n’era uno asiatico, l’Afghanistan, e tutti gli altri erano africani. Tra questi, c’erano Paesi, come il Niger e il Congo, che hanno immense ricchezze naturali: segno evidente che le rapine coloniali continuano, altrimenti quei Paesi sarebbero ricchissimi. Ma la povertà non si ferma qui: vaste aree degli altri continenti soffrono della stessa malattia, e anche nei paesi forti vasti strati della popolazione vivono ancora oggi in situazioni disagiate, quando non miserevoli. Ora che si intravede la possibilità della fine della guerra in Ucraina, essa si prospetta in una forma che ridurrà quel Paese a essere una provincia della Russia, oppure una colonia degli Stati Uniti (o persino entrambe le cose), destinata quindi a essere dominata e depredata.

Dov’è l’Europa? Dov’è il Giappone?

E noi? Noi siamo in pericolo. Tutta l’Europa lo è, e l’Italia non fa eccezione, e dall’altra parte del mondo, il Giappone rischia di avere problemi analoghi. Anche se fallisse il progetto di una nuova ripartizione dell’Europa tra Americani e Russi, la loro influenza sulla politica e l’economia del continente crescerà immensamente se l’Europa non riuscirà ad affrancarsi dagli uni e dagli altri. Come si fa? Con il riarmo della Germania, desiderosa di acquisire un proprio arsenale nucleare? Sarebbe una pia illusione anche solo pensare che possa far paura a qualcuno. Si può farlo solo tornando al vertice della cultura e della scienza, come è stato dall’impero di Augusto al regno di Vittoria, pur con la flessione avutasi nei secoli dell’altro medioevo. Bisogna evitare di accontentarsi di vivacchiare alla periferia dell’impero, o degli imperi, per non fare la stessa fine dell’Ucraina. Vivere alle spalle del progresso culturale e tecnologico dettato dagli Stati Uniti, dalla Cina e dai loro satelliti significherebbe condannarsi da soli a un avvenire da provincia dell’impero e servi passivi dell’altrui progresso. Ci sono delle difficoltà da superare: le vedremo prossimamente.

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