Nell’Italia del presentismo senza memoria, i partiti personali giocano a trasformare il popolo in plebi
“C’erano una volta i grandi partiti di massa che trasformarono le plebi in popolo, grandi protagonisti dell’alfabetizzazione democratica del paese. Ci sono oggi, nell’Italia del presentismo senza memoria, i partiti personali, che giocano a trasformare il popolo in plebi, grandi protagonisti di un analfabetismo di ritorno.”
La frase è tratta da un articolo di Alessandro De Angelis su quel che resta del renzismo, e riflette sulla regressione che si sta consumando, e sulla quale anche il renzismo ha gravi colpe: la colpa di chi ha rifiutato di capire che il partito e il governo sono due cose diverse, che un governo deve governare per tutti, per un Paese nella sua interezza, mentre un partito deve schierarsi da una parte, altrimenti non è un partito. E allora sorge spontanea la domanda: quali sono oggi i partiti in Italia? Risposta: nessuno. Tutti, salvo qualche estremista irrilevante (ma anche pericoloso) si propongono come la nuova DC, il partito che rappresenta tutti, ma che in realtà non rappresenta nessuno. E allora, a quando una forte assunzione di responsabilità, un ritorno alla lettera della Costituzione che rimetta i partiti al loro posto? Chissà.