Damasco

Romanzo di Suad Amiry, Feltrinelli 2016, 260 pp, 9,50 €.

E’ la seconda volta che leggo un libro di autore palestinese, ma questo è completamente diverso dal primo. Il primo era stato lo splendido La porta del sole, scritto in arabo dal Elias Khuri nel 1998 e pubblicato in Italia da Einaudi, un libro dal violento impatto civile, che traccia, attraverso la voce di chi l’ha conosciuto, la vita di un resistente giunto alla fine dei suoi giorni. Questo, invece, è la storia della famiglia dell’autrice, sempre nella cornice di paesi in guerra, ma con attenzione prevalente ai sentimenti, siano essi quelli familiari o quelli civili. Sono bellissime le descrizioni dei riti del matrimonio e della morte, ma anche quelle della favolosa città vecchia di Damasco e della festa del venerdì, il giorno più lungo. Alla fine, ci si perde nell’incertezza tra ciò che è reale e quel che è frutto di fantasia o di smemoratezza, ma è giusto così, perché ogni famiglia, accanto ai suoi ricordi, ha anche le sue leggende.

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