Il senatore Palermo osserva che “il ministro dell’interno ha invocato l’articolo 52 della costituzione per giustificare la propria politica in materia di sbarchi”. Così facendo, “prima lo stacca dal contesto militare in cui è collocato, poi lo ricollega a tale contesto, facendo intuire che “l’invasione” dei profughi sia un atto di guerra nei confronti del Paese, contro cui occorre difendersi”. Il senatore considera ciò particolarmente grave, in quanto “il rischio di una simile operazione, per quanto scaltra sotto il profilo politico e mediatico, è quello di depotenziare il carattere normativo della costituzione, di eroderne il ruolo di limite e di parametro dell’attività politica”. Questo avviene in quanto il dettato costituzionale, invece che costituire un limite ineludibile per l’azione politica, viene piegato a piacere per giustificare l’ingiustificabile. Si tratta purtroppo dell’osservazione di un fine costituzionalista che non tutti capiranno, e che offre il fianco alla critica dei più protervi tra i suoi avversari, che lo rimprovereranno di secondi o terzi fini, anche tra i suoi elettori altoatesini. Io, naturalmente, sono con lui.
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