La politica e i sogni

L’articolo di Ezio Mauro su Repubblica

Gli untori della crisi rischiano di ereditarne gli avanzi, incapaci di convertire la rabbia sociale che eccitano e raccolgono in un progetto culturale nuovo, appagandosi soltanto di dare forma pubblica agli istinti e ai risentimenti: come se fosse possibile fare politica soltanto contro, senza mai qualcosa in cui credere. Sono gli istinti che uniscono Trump, Le Pen, Orban, Salvini e infine Grillo, il quale nel miserabile calcolo del tornaconto anti-immigrati svela la vera natura del suo movimento, col corpo mimetizzato a sinistra ma con l’anima naturalmente a destra. La conseguenza più rilevante non è nemmeno la partita contingente per il governo. Ma è il rischio che la buona vecchia cultura liberale – e tanto più quella liberal-democratica – stiano entrando in minoranza nel mondo occidentale. Il pensiero liberale ha influenzato le culture di governo della destra moderata e della sinistra riformista, le istituzioni e le costituzioni nate nel dopoguerra. Si capisce che il populismo, alla ricerca mitologica di un anno-zero, voglia cancellarlo. La sua scommessa è la politica senza cultura: non l’abbiamo ancora provata, si chiama tabula rasa.

Fin qui, la conclusione dell’odierno articolo di Ezio Mauro su Repubblica. Per quanto mi riguarda, io ho sognato un 2017 in cui un segretario del PD diceva queste frasi:

“Ragazzi, purtroppo dobbiamo ancora fare una politica di destra, perché nella storia di un paese ci sono momenti in cui non se ne può fare a meno. Ma questa situazione cambierà, e verrà il momento in cui saremo felici di fare tante belle cose di sinistra, mano nella mano con la gloriosa CGIL; assicureremo i diritti di ognuno, accoglieremo i migranti ed espelleremo gli evasori fiscali, i corrotti e i corruttori, perché quelli non ce li vogliamo più nella nostra bella Italia”.

È solo un sogno? Sì, è solo un sogno, ma cosa sono la vita e la politica senza sogni?

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