Peste e corna

Il libro di Massimo Roscia sui luoghi comuni (Sperling & Kupfer, 210 pp, 15,90 €)

Il sottotitolo dice “Come disintossicarci da luoghi comuni, frasi fatte e compagnia bella”. A mio parere, tale compito viene totalmente disatteso, e riesce solo a far sorridere, o sghignazzare, a seconda dei gusti, con una lunghissima sequenza, e in qualche caso persino di catalogazione, di quelle frasi da cui vorrebbe disintossicarci. Io pensavo invece che avesse suggerimenti su come evitarle, ma ne rimaniamo piuttosto lontani. Forse, mi aspettavo troppo: mi aspettavo che per ogni lemma da evitare ne venisse suggerito uno più corretto, o meno frusto; niente di tutto ciò. E poi, anche dal punto di vista delle origini di ciascun lemma, non è particolarmente prodigo, e, a parte i 21 lemmi citati in appendice, trovo solo questi: avere voce in capitolo (l’assemblea dei monaci); occhio alla penna (gergo marinaresco); di punto in bianco (linguaggio militare); avere il bernoccolo (anatomia simil-lombrosiana); vecchio bacucco (da Abacuc); a tutto spiano (politica annonaria); a tutta birra (francese maccheronico); spaparanzarsi (etimo incerto); il magone (storia romana); spada di Damocle (storia della Sicilia greca); Giacomo Giacomo (etimo incerto); alle calende greche (calendario romano vs calendario greco); tolleranza zero (nata nel New Jersey, 1973); per partito preso (gergo politico); franchi tiratori (storia francese); la macchina del fango (Giuseppe D’Avanzo, 2009); incrociare le braccia (gergo sindacale); alla carlona (riferito a Carlo Magno); sbarcare il lunario (dagli almanacchi popolari); capire l’antifona (liturgia cristiana); pezzo da novanta (gergo militare); la manfrina (danza popolare piemontese); seminare zizzania (Vangelo di Matteo); far tremare le vene e i polsi (Dante, Inferno); tripudio (dal latino, tre piedi); a ufo (gergo fiscale del medio evo). Totale: 47 (morto che parla, tanto per rimanere in tema). Non è poco, ma neanche tanto. Spunti interessanti: il parallelo tra la rinuncia alla diversità e quella alla scelta; la sostituzione della politica con la comunicazione, e oltretutto con una comunicazione che non comunica alcunché; le citazione per Umberto Eco, Arrigo Benedetti, Martin Heidegger, Gustave Flaubert, George Orwell, Giacomo Devoto, Bertram Forer, Giuseppe Dembsher, Pellegrino Artusi e molti altri. L’elenco dei nomi che chiude il libro ne riporta oltre 500. E infine, ecco l’elenco delle frasi da evitare assolutamente:

Senza se e senza ma.

“Nella splendida cornice”.

“Lei non sa chi sono io”.

“A mio modestissimo parere”.

“Tolleranza zero”.

“Piuttosto che” usato impropriamente con valore disgiuntivo.

Post Correlati