Cugini, cugini

Il tormento dei parenti assenti

Pierangela ha difficoltà con alcuni dei suoi molti cugini, dai quali si sente abbandonata. Matteo ha solo contatti saltuari con il suo unico cugino. Anch’io ho una sola cugina, e anch’io ho qualche difficoltà.

Se poi si va sui cugini di secondo grado, il panorama si allarga, ma la situazione cambia di poco. Matteo ne ha sette che quasi non conosce (Agnese, Corinna, Costanza, Maria, Matilde, Niccolò e Tommaso) e altri tre che non vede da anni (Fabio, Luca e Stefano). Quelli di Pierangela sono tanti, e io non solo non ne conosco neppure uno, ma non so neppure quanti siano. E comunque, Pierangela non ha alcun contatto. Per quanto riguarda i miei, gli unici che ho visto negli ultimi cinque anni sono, sempre in ordine alfabetico del nome, Alessandra Gigli, Giuseppina Piazzesi, Sandro Mazzantini e Stefano Bagattoni. Oltre a questi quattro, ne ho altri quattro che ricordo, ma di cui non ho notizie da un sacco di tempo (Alessandro, Carlo, Michele, Umberto) e altri ancora che non ricordo o che non ho mai conosciuto.

Un panorama desolante. Eppure, quando ero convalescente dal secondo intervento al cuore, avevo deciso di riprendere contatto con un mucchio di persone, e in larga misura l’ho fatto, di persona o via telefono, amici o parenti, ma con questi non l’ho fatto, e neppure li avevo messi nell’elenco delle persone da rivedere.

Che ci sia una ragione che non riesco a capire? Dare la colpa agli altri è troppo facile.

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