Una gita per vedere mostre e città
Piera e io abbiamo fatto una tre giorni in Emilia e Romagna partendo dall’idea di visitare la mostra di opere di Bruno Munari alla Fondazione Magnani Rocca, presso Parma, e quella dei Preraffaelliti al Museo Civico San Domenico di Forlì. Poi, siccome l’appetito vien mangiando, abbiamo anche pensato di visitare il campo di concentramento di Fossoli, le città di Carpi e Modena, e di fare anche un salto a Riccione. Abbiamo poi tagliato queste ultime due mete per contenere la durata della gita in tre giorni. Ci siamo stancati molto, ma siamo comunque rimasti molto soddisfatti.
Giovedì 13/06.
Avevamo già visitato la Fondazione Magnani Rocca in occasione di una sedicente mostra di opere di Claude Monet (le opere del pittore impressionista erano appena quattro), rimanendo tuttavia ammirati dalle collezioni della Fondazione, comprendente opere di molti tra i maggiori pittori italiani del ventesimo secolo, e in particolare non meno di quaranta opere di Giorgio Morandi, tra dipinti e disegni. Stavolta, la mostra di Munari non ci ha deluso, visto che illustrava tutti i periodi del lavoro di Munari, da quello futurista, a quello delle macchine inutili, fino a quello del lavoro per e con i bambini, senza trascurare il lavoro come illustratore pubblicitario. E a parte la mostra di Munari, è sempre bella la visita di tutto il resto, compresa la villa e il suo grande il parco, con la numerosa colonia di pavoni, sempre pronti a evidenziare la propria bellezza.
Venerdì 14/06.
Carpi è molto bella, assai di più di quel che ci aspettavamo: grandi spazi, strade ampie, monumenti importanti, molti dei quali intorno alla bella piazza dei Martiri, che dicono sia la più grande d’Italia. Il Palazzo dei Pio, che ricorda il castello Estense di Ferrara, ne riempie il lato est, mentre il Portico lungo lo fronteggia sul lato ovest. Il Palazzo risulta dalla somma di costruzioni di epoche diverse, ma risulta più omogeneo di quel che si potrebbe pensare. Lì, abbiamo visitato il Museo Monumento al Deportato, una serie di sale che raccolgono sulle proprie pareti varie opere pittoriche, ma soprattutto frasi sono scritte in grandi caratteri tratte da lettere di prigionieri dei nazisti, destinati a morte certa: alcune sono davvero belle. Siamo anche andati a Fossoli, per visitare il campo di concentramento e transito, ma è aperto solo nei giorni festivi. C’erano operai che lavoravano al restauro, ma non abbiamo potuto vedere altro.
Sabato 15/06.
Al Museo Civico San Domenico di Forlì avevamo già visto la bellissima mostra di Antonio Canova nel 2009 e quella di Piero Della Francesca nel 2016. Stavolta erano in mostra i Preraffaelliti, la nota corrente della pittura inglese del diciannovesimo secolo. C’erano opere dei maggiori maestri di quella corrente, per un numero impressionante di opere, oltre trecento: una mostra persino ipertrofica. I Preraffaelliti si prefiggono di studiare l’arte italiana precedente al Rinascimento con lo scopo di rifiutare tutto l’accademismo che affliggeva la pittura inglese di quel periodo. Il maggior merito di questi pittori, a mio modesto parere, è stata proprio quella loro dimostrazione che ci si potesse ribellare all’accademia, pur mantenendo una tecnica raffinata, ma se si pensa a quello che facevano i pittori francesi nello stesso periodo, il confronto favorisce nettamente i nostri cugini d’oltralpe.
Conclusione.
Una bella gita, solo un po’ troppo intensa per la nostra età; dobbiamo moderare i ritmi e limitare gli obiettivi, evitando lunghi trasferimenti tra un obiettivo e l’altro. Quanto agli obiettivi, non c’è che la scelta: mostre, musei, monumenti, teatro, natura. Si accettano suggerimenti.
La fauna del Parco
Piazza dei Martiri e Portico Lungo.
Gabriel, Francia
Bianca, William Holman Hunt