Ancora sui reattori nucleari
Come già detto in precedenza, una centrale nucleare fatta come dico io, la vorrei accanto a casa mia, per poter controllare quotidianamente come viene condotta e per poterle apportare gli aggiornamenti necessari ogni volta che si renda opportuno.
Ma il problema è un po’ più complicato, perché non si sa come le centrali potrebbero essere fatte e come verrebbero condotte. Ma ci sono due cose che so per certe: non si dovrà mai permettere che le centrali nucleari possano essere gestite con la logica del profitto; dovranno essere affidate a persone scelte con una sola logica, quella della competenza. Non è poco.
Detto questo, rimando in primo luogo a quanto scritto nel 2010, che in larga misura è ancora valido: Slogan Free | Logos52. Le novità ci sono, ovviamente: sono passati quindici anni da allora. Esse sono prevalentemente negative, fatte di ritardi, limitazione degli investimenti e altro ancora. Ce ne sono anche di positive: cerchiamo di vedere le une e le altre. Ci sono anche altre novità, frutto di sviluppi sopravvenuti negli ultimi anni. I riferimenti sono ai paragrafi del documento citato.
- 1.8 Agli impianti citati vanno aggiunti i gassificatori, che utilizzano rifiuti organici per produrre gas per impiego civile e industriale. Ne ho parlato in Due parole sul gassificatore | Logos52.
- 2.7 I tagliatori di teste imperversano oggi ancora di più. Però, se le nuove tecnologie hanno modificato i metodi di conduzione d’impianto, e l’intelligenza artificiale darà un ulteriore contributo in questo senso, resterà ancor più pericoloso affidare ai computer la gestione delle emergenze.
- 3.3 In quindici anni, non ci sono stati progressi importanti nello sviluppo dei reattori di quarta generazione. Però, è necessario menzionare i reattori modulari, di cui non si parlava ancora nel 2010.
Il concetto fondamentale è quello di impianti di taglia modesta assemblati in officina e poi trasportati nel sito, e vengono proposti sia con reattori a neutroni termici, moderati e raffreddati ad acqua leggera, sia come reattori a neutroni veloci, raffreddati a gas inerte o a piombo liquido. Questi ultimi si configurano già come reattori di quarta generazione, e pertanto presentano ridotta quantità di scorie, più efficiente utilizzo del combustibile e annullamento del legame con il nucleare militare. - 4.2 Il reattore EPR ha subito molte traversie: il costo della costruzione è lievitato fino al doppio della previsione iniziale e inoltre i tempi di costruzione si sono allungati a dismisura, tanto che i primi due reattori sono entrati in servizio rispettivamente con nove e dodici anni di ritardo, e sono stati “sorpassati” da due reattori cinesi dello stesso tipo. Nonostante ciò, ci sono almeno altri cinque reattori EPR in fase di costruzione o di progettazione.
- 4.3.1 L’agenzia per la sicurezza nucleare fu creata nel 2009, in funzione dei reattori di cui al 4.5.2 e cancellata nel 2011 al decadere di questi progetti. Ne era presidente il professor Umberto Veronesi.
- 4.4.1 L’indicazione di 105 m3 è errata: si tratta di 105.000 m3.
- 4.4.4 Per i reattori EPR costruiti nell’UE si è arrivati a 8000 €/kW.
- 4.5.2 Nel 2010 c’era ancora la previsione di costruire in Italia quattro centrali con reattori EPR. Tale progetto è stato successivamente accantonato.
- 5.1.4 e 5.1.5 L’entusiasmo per le idee di Rifkin si è spento in poco tempo. In italia, in particolare, i piccoli impianti di produzione si espandono con estrema lentezza, anche perché allacciarsi alla rete come produttori è ancora difficile.
- 5.4 Vale anche quanto detto in 1.8, con le consuete difficoltà a collocare gli impianti.
Come si può vedere, l’unica vera novità sono i reattori modulari, mentre, per il resto, si tratta solo di precisazioni o delusioni. Quindi, le conclusioni non cambiano di molto e vertono su detti reattori, o, per meglio dire, sulle condizioni alle quali sarà possibile e auspicabile che si persegua la loro strada.
- Prima condizione: occorre rifondare in Italia una classe dirigente che possegga solide basi di cultura tecnica, classe dirigente che oggi non c’è o, quando c’è, non ha voce in capitolo.
- Seconda condizione: ci deve essere il ripristino dell’agenzia per la sicurezza nucleare, una volta decisi i criteri per la sua formazione.
- Terza condizione: il committente deve possedere una struttura di controllo. Detto committente, sia esso pubblico o privato, dovrà dimostrare di disporre di tale struttura debitamente qualificata anche da enti non italiani.
- Quarta condizione: l’assemblaggio dei moduli deve avvenire in Italia da parte di aziende qualificate e con componenti di produzione UE, altrimenti si prospetterebbe come una perdita secca economica e tecnologica.
- Quinta condizione: il personale d’esercizio deve essere ben preparato alla gestione non solo dell’ordinario, ma anche di ogni tipo di emergenza. Dato che non esistono in Italia siti dove questa preparazione possa avvenire, sarà necessario che avvenga all’estero.
Se queste condizioni saranno tutte soddisfatte, ben vengano i reattori modulari e, se il prezzo non sarà troppo alto, quasi quasi me ne compro uno.