Il giovane Holden

Il classico di Jerome David Salinger

Stavolta ho voluto colmare una lacuna e ho letto il romanzo di Salinger pubblicato nel 1951 e acquistato da Luciano nel 1962. Nella sua concisione, è un libro fondamentale

Sembra scritto in tempi molto più recenti, perché più ancora della descrizione delle difficoltà del passaggio dall’adolescenza all’età adulta, è presente un rifiuto del passaggio, un rifiuto dell’età adulta, e tutti gli espedienti e i sotterfugi messi in atto per evitarlo o per rimandarlo un po’, possibilmente sine die. Holden non ha alcuna intenzione di crescere e si sottrae a ogni regola: cacciato dal college per il suo scarso (nullo) impegno negli studi, rimbalza qua e là alla ricerca di qualcuno che solidarizzi con lui senza ricordargli le sue inadempienze e le sue intemperanze, senza rinfacciargli che il problema è lui, e non gli altri a cui lui attribuisce ogni colpa. Sembra proprio una fiaba di oggi. Poi, si capisce che accade qualcos’altro, ma non avremo mai informazioni più precise.

Lo stile fa rabbia: la prosa è smozzicata, anche se non sgrammaticata. Bisognerebbe sapere quanto di questo è dovuto allo scrittore e quanto alla traduzione, anche se immagino che la traduttrice abbia semmai addolcito le asprezze della prosa. Credo che sia un libro che andrebbe letto in originale, come L’amante di Lady Chatterley, ma chissà se lo farò mai. Per ora, sono contento di questa lettura.

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