Il pane perduto

Memorie di Edith Bruck

 

E’ un diario redatto a molti anni dagli avvenimenti, accorato, ma non troppo, scritto molto bene.

La scrittrice ungherese, nata nel 1931, narra la propria vita dai primi ricordi d’infanzia fino all’incontro con Nelo Risi, nel 1961. Non si limita ai mesi di internamento nel lager nazisti (sono terribili le pagine in cui parla delle kapò che angariavano le internate) e alle peregrinazioni da un campo all’altro, ma allarga la visione alla povera vita della sua famiglia in Ungheria e a quella altrettanto povera vissuta negli anni ’40 e ’50, raminga in Europa, con le sue impressioni sui pochi mesi vissuti in Israele.

La parte più lirica è quella delle pagine finali, rivolte a Dio, a invocare, una più diretta Sua partecipazione alle vicende umane, in nome di una giustizia che continua a essere assente, nonostante le preghiere.

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