Saggio sul declino della competenza, dettagli
L’autore Tom Nichols parla degli Stati Uniti d’America, ma molti punti rispecchiano anche la situazione di molti altri paesi.
12: La gente non solo crede alle sciocchezze, ma si oppone anche attivamente a imparare di più, pur di non abbandonare le proprie errate convinzioni, i propri pregiudizi.
Non so nel resto d’Europa, ma in Italia ciò avviene spesso.
20: Tutte queste scelte, dal proprio regime alimentare alla difesa nazionale, richiedono un dialogo tra cittadini ed esperti, ma sempre di più, a quanto pare, i cittadini non vogliono prendere parte a questa conversazione.
Qui da noi, non si può dire la stessa cosa: il desiderio di partecipazione esiste ancora, ma purtroppo si concretizza a un livello molto modesto.
26: In una democrazia, anche gli esperti hanno un’importante responsabilità, a cui negli ultimi decenni si sono sottratti: in passato, gli intellettuali impegnati si battevano per rendere comprensibili ai profani le problematiche più importanti.
Qui ci sono da fare tre obiezioni, anche dovute alla diversa situazione italiana: 1, con i partiti di massa a mediare, le cose andavano meglio; 2, è anche una questione di persone: non si può chiedere di aver fiducia in uno qualsiasi; 3, non è detto che la situazione descritta da Nichols dipenda più dalle élite che dagli altri.
36: La questione non è l’indifferenza di fronte ai saperi consolidati; è l’emergere di un’ostilità assoluta nei confronti dei saperi. Questo cambiamento non solo è del tutto nuovo, ma è anche pericoloso.
Il riferimento è all’idea americana che si possa esercitare qualsiasi mestiere e dirigere il governo senza bisogno di una grande preparazione. Purtroppo, questa idea rischia di diventare comune anche in Italia e in altri paesi. Se poi andremo a sbattere, a chi toccherà il compito di rimettere le cose a posto?
58: Non solo giungono a conclusioni erronee e compiono scelte infelici, ma la loro incompetenza li priva della capacità di rendersene conto. Tutti ci sopravvalutiamo, ma i meno competenti lo fanno più degli altri.
Si parla in questi casi di metacognizione, che manca in determinati individui. In parole povere, i più ottusi tra noi sono quelli più convinti di non esserlo.
61: Il bias di conferma è la tendenza a cercare solo informazioni che confermano ciò in cui crediamo, ad accettare solo fatti che rafforzino le spiegazioni che preferiamo e a scartare i dati che mettono in discussione ciò che già accettiamo come verità.
Tutti ne sono affetti, chi più, chi meno, nessuno è esente. Affrontare la realtà con mente libera è terribilmente difficile. Il consiglio di Nichols è quello di leggere sistematicamente la stampa di parte avversa, in ogni campo, ma lo fanno in pochi, e io non me la sento proprio.
72: Per alcuni le teorie del complotto sono un modo per dare contesto e significato a eventi che li spaventano.
Le teorie del complotto ci sono sempre state, e hanno portato a disastri paurosi, come quella del complotto ebraico inaugurata in Russia e sviluppata in Germania. Anche quello è soprattutto un modo semplicistico di spiegare cose complesse.
84: Molti di questi istituti superiori americani non riescono a fornire ai loro studenti le conoscenze e le capacità di base che creano competenza. La più importante di queste abilità intellettuali è il pensiero critico: la capacità di esaminare nuove informazioni e idee concorrenti senza preconcetti.
Questa definizione di pensiero critico è la migliore che io abbia mai letto o sentito, e bisognerebbe solo aggiungere la capacità di autocritica, cioè saper revisionare il proprio pensiero alla luce di nuovi dati. Ma credo che insegnare queste cose non si possa, e che sarebbe un ottimo risultato far capire l’importanza della cosa e la necessità di sviluppare e coltivare autonomamente il pensiero critico.
110: A essere diverso oggi, e particolarmente preoccupante quando si tratta di formare cittadini istruiti, è il modo in cui l’ambiente protettivo e avvolgente della moderna università rende infantili gli studenti e annulla così la loro capacità di condurre una discussione logica e informata. Quando i sentimenti (le emozioni) sono più importanti della razionalità o dei fatti, l’istruzione è spacciata.
Non è la stessa cosa che accade in Italia, ma i risultati non sono diversi. La tendenza a coccolare gli studenti è meno forte, ma dove non lo fa il sistema scolastico, ci pensa la famiglia. Un caso diverso è quello del nepotismo accademico, molto più comune in Italia che in America.
119: La comodità di internet è un’enorme manna per le persone già allenate alla ricerca e che hanno idea di cosa vogliono trovare. Purtroppo, non è di nessun aiuto per uno studente o un profano inesperto a cui nessuno ha mai insegnato come valutare la qualità delle informazioni.
Parole sante. Quello che può fornire a tutti internet è un’informazione superficiale, ma se poi questa informazione viene usata per cose serie, c’è un gran pericolo di combinare guai.
129: Come fa la gente a leggere tanto e a memorizzare così poco? La risposta è semplice: sono poche le persone che leggono davvero.
La tendenza alla lettura superficiale, come se tutto quello che si legge fosse un fumetto o un romanzetto è quasi più deleteria della non lettura, anzi, secondo Nichols lo è sicuramente di più. Occorre superare il vizio della lettura superficiale.
140: Anche se non blocchiamo deliberatamente le persone che non sono d’accordo con noi, FB cura i nostri feed in modo che vediamo sempre più le cose che ci piacciono. Cosa ci piace? Le persone e i post che sono d’accordo con noi.
È ancora il bias di conferma che funziona, solo che stavolta non è autonomo, ma indotto dagli algoritmi di FB, che selezionano le informazioni da presentarti sulla base del tuo presunto gradimento. Perché? Per ottimizzare gli introiti pubblicitari!
151: Relativamente liberi dai limiti di orari di trasmissione ed economici da produrre, i talk show radiofonici erano incentrati su un’idea semplice: dare all’ospite un microfono, premere il pulsante e ricevere telefonate da persone che volevano parlare delle notizie ed esprimere le loro opinioni.
Sulla nascita dell’interattività, la radio vanta ampi diritti. Tra l’altro, sembra che tutto questo accadesse negli Stati Uniti in AM quando già in Italia le radio commerciali trasmettevano in FM. Ciò è strano, e meriterebbe uno studio specifico.
209: In realtà Gove stava dicendo che la gente dovrebbe essere libera di costruirsi fantasie gratificanti scevre da fatti spiacevoli.
E torna in mente la vignetta delle piacevoli menzogne e delle amare verità, dove tutti vanno ad abbeverarsi delle prime. Però, torna in mente anche la storia dei professoroni, purtroppo.
221: Gli esperti non sono dei burattinai, non possono controllare se e quando i leader politici seguono i loro consigli; gli esperti non possono controllare in che modo i politici mettono in atto i loro consigli; il processo che conduce dall’ideazione all’esecuzione di un provvedimento non è seguito da un unico esperto; gli esperti non possono controllare in quale misura i leader seguiranno i loro suggerimenti; gli esperti possono offrire alternative, ma non possono compiere scelte sui valori.
Qui si parla dei limiti, ovvi, dell’azione degli esperti in politica. Questi limiti sono dettati da una divisione dei compiti propria della democrazia e della forma di governo repubblicana. Non è una presa di distanza, ma piuttosto una forma di rispetto delle prerogative altrui.
223: Quando gli elettori si ostinano a non voler comprendere l’importanza di certi problemi perché sono troppo difficili o inquietanti, non bisogna sorprendersi se gli esperti smettono di parlare con loro. Questo è il peggiore dei mondi possibili, in cui la democrazia e la competenza sono corrotte perché né i leader democratici né i loro consulenti vogliono avere a che fare con un elettorato ignorante.
Qui, invece, c’è una forte presa di distanza da una situazione talmente deteriorata da rischiare di andare fuori controllo, e purtroppo non esiste una terapia rapida per questo male: occorrono tempo, pazienza e lavoro. E, naturalmente, bisogna stare attenti a quelli che soffiano su questi fuochi.
228: Quando la fiducia crolla, l’ignoranza dei cittadini può trasformarsi attraverso una cinica manipolazione in un’arma politica. I cittadini delle democrazie occidentali, e in particolare gli Americani, non capiscono più il concetto stesso di democrazia. Questo, forse più di qualsiasi altra cosa, ha corroso il rapporto tra loro e gli esperti. Tale rapporto non è democratico.
Ci sono ampi spazi nei quali la democrazia non è applicabile, e non si parla solo della ricerca scientifica, ma anche di molti altri aspetti della vita civile. Duole particolarmente che siano ascoltati con maggiore rispetto non le persone più autorevoli, ma i personaggi più spendibili. Diversamente, certi leader non sarebbero mai usciti dall’anonimato.
232: È necessario dire che la gente si illude e che il compito della leadership è disilluderla. Questo è elitarismo? Forse sì; forse siamo diventati talmente inclini a celebrare l’autenticità di tutte le opinioni personali che è diventato elitario credere nella ragione, nella competenza e nelle lezioni della storia.
Purtroppo, la seconda parte del trafiletto è corretta, mentre per la prima non sono convinto che ci si debba dibattere fra illusione e disillusione. Non esiste, già si diceva, un rimedio rapido e radicale a questi problemi, e chi dice di averlo è pericoloso per la democrazia, ma questo non ci esime dal lavoro necessario per mutare questa condizione.
233: Alla fine, gli esperti non possono costringere i cittadini a prestare attenzione al mondo che li circonda. Non possono insistere affinché la gente mangi in modo sano o faccia più attività fisica. Non possono prendere per la collottola i cittadini, trascinarli via dall’ultimo reality e obbligarli a guardare una mappa. Non possono curare il narcisismo per decreto.
Amara conclusione, alla quale si può rispondere solo dicendo che il primo e più importante lavoro da fare è quello del recupero di un rapporto di fiducia, e che questo si può ottenere solo lavorando bene per molti anni e non cedendo alle soluzioni facili, ma anche cercando di impedire ad altri di farlo.