La democrazia dei signori

Saggio di Luciano Canfora

Mah! Un libro che non so definire, perché fa riferimento a una cronaca di alcuni mesi fa, purtroppo invecchiata con una velocità incredibile. Non ho capito se sia un collage di articoli, o lo sviluppo di appunti presi giorno per giorno. Stupisce per contro quanto e come scrive LC, rispetto a quel che siamo abituati ad ascoltare da lui in televisione: tanto misurato nel parlare, quanto “vigoroso” nello scrivere; sembra quasi di avere di fronte due persone diverse, Scalfari e Travaglio, Dr. Jekyll e Mr. Hyde.

Il titolo allude, per quanto ne ho capito, al progressivo distacco dei cittadini dalla politica e dal voto, per cui l’elettorato attivo si restringe sempre più, e solo le classi acculturate delle città si prendono il disturbo di andare al seggio per esprimere il loro voto. Credo che sia vero solo in parte.

L’idea che in LC si porta dietro molto altro è quella dello strappo inferto alla Costituzione con il ripetersi dei governi del Presidente, inaugurati da Scalfaro, proseguiti con Napolitano e culminati con il governo Mattarella-Draghi. Secondo LC, nel 2021 si doveva votare, e le elezioni sono state evitate perché si temeva la vittoria di forze che non godono della fiducia dell’Europa e che avrebbero messo in pericolo collaborazione e ripresa.

Peraltro quell’operazione è stata condotta con la benedizione di tutti, compresa la Lega, perché ormai, dice LC, siamo di fronte a un partito unico articolato in correnti, e non a partiti diversi, in quanto tutti osservanti di un pensiero unico liberista. E tutto ciò si inquadra in un contesto nel quale un’Europa acefala si configura come il giardino culturale dell’impero americano, in cui il vero potere sta nel FMI, di cui la BCE è debole espressione regionale.

A parte il fatto che mi piacerebbe conoscere l’aggiornamento di queste tesi alla luce della guerra in corso, credo che la ripartizione del potere nel mondo, ancorché criptica, sia però più articolata di come LC la dipinge, e che non tutti i rimedi usati dai Presidenti siano stati peggiori dei mali.

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