Film di Emmanuel Courcol
Titolo originale: En fanfare.
Bello. Davvero un bel film, scritto e interpretato con maestria, pur con argomenti difficili e per certi versi eterogenei.
Si parte dalla malattia del protagonista, che ha bisogno di un trapianto di midollo, e che per questo ritrova un fratello che non sapeva di avere, per esserne stato separato nella prima infanzia: la loro madre li aveva affidati a due famiglie diverse ed erano cresciuti in ambienti diversi, uno borghese e l’altro proletario. Ma poi, sullo sfondo dei drammi personali, c’è anche il dramma collettivo di una comunità che vede svanire il proprio sostegno economico, prima garantito da un’azienda che ora la proprietà vuole trasferire altrove.
I due fratelli sono uniti dalla musica: il borghese è un direttore d’orchestra raffinato e colto, l’altro trombonista in una banda di paese; il primo, pienamente realizzato, e l’altro frustrato e desideroso di riscattarsi. I due argomenti si intrecciano strettamente, perché i protagonisti della banda musicale in cui suona il trombonista sono gli stessi della lotta per il mantenimento della fabbrica dove è sempre stata. Anche il direttore d’orchestra, che ha capito le doti del fratello, farà sentire la propria solidarietà agli occupanti, e contribuirà alla crescita di lui.
Molto bello, infine, il finale corale, in cui i due modi di intendere la musica convergono in una irrituale e pur bellissima interpretazione del Bolero di Ravel.