Biografia di Fëdor Michajlovič Dostoevskij scritta da P. Nori
Quella che sanguina ancora è l’anima di Paolo Nori, colpita da Delitto e castigo quando lo aveva letto a quindici anni, vivendo la sensazione che quel libro gli avesse aperto una ferita. Una ferita che, quaranta anni dopo, sanguina ancora.
Bene, uno si aspetterebbe che nello scrivere una biografia, il Nori dismettesse il suo stile dinoccolato e incominciasse a fare sul serio. E invece no, il Nori scrive sempre come il Nori, e questa è una grande consolazione. Che lo faccia poi nello scrivere dei suoi idoli, Puškin, Gogol’, Dostoevskij, Tolstoj e poi ancora Chlebnikov, Charms, e molti altri, rafforza il concetto. Quindi, non di biografia, si tratta: questo è un romanzo, un romanzo di Paolo Nori, che parla della vita e dell’arte di Puškin, Gogol’ e Dostoevskij, ma vi inserisce anche la sua vita, con Togliatti e la Battaglia, perché tutto è attuale. La domanda che lo scrittore si pone all’inizio del libro (perché nel 2021 dovrei ancora leggere le opere di questi scrittori di duecento anni fa), di risposte ne ha due: la prima, esplicita, è “non lo so”; la seconda, inespressa, è che questi scrittori, nello scrivere del mondo di ieri, parlano anche del mondo di oggi, sono perfettamente e totalmente attuali, e probabilmente Dostoevskij lo è più di tutti.
L’incredibile vita di F. M. Dostoevskij è un groviglio di contraddizioni e anche di incoerenze, da cui emergono alcuni punti fondamentali: la condanna a morte commutata nel carcere; il vizio del gioco alla roulette; la mancanza di senso pratico; le sue difficoltà con le donne. Quello che emerge poco sono le sue fonti d’ispirazione: sembra quasi che una parte di quello che FMD ha scritto sia nato dalla sua necessità di avere dei soldi da perdere al gioco e che la risposta che dà PN alla domanda “perché scrivere” (per disperazione) sia l’unica possibile. Naturalmente, non è così, e romanzi come Karamazov e L’idiota sono fondamentali nella storia della letteratura di tutto il mondo, ma la loro origine va cercata nei meandri di un’anima tormentata dai traumi che ha subito.
Chi apprezza Nori, apprezzerà anche questo Sanguina ancora. Chi vi cerca Dostoevskij e la sua vita, potrebbe rimanere deluso, ma non quelli che leggeranno questo libro come un manifesto che invita alla lettura dei romanzi russi. Detto per inciso, io non ho letto Delitto e castigo: dovrò leggerlo.